Noè e la fase 2


Il passaggio alla fase 2 sembra problematica.
Lo è stato anche per Noè.
Dio gli ha annunciato il diluvio; gli ha detto di salire sull’arca; gli ha chiuso la porta alle spalle una volta a bordo. Ma non gli ha detto quando sarebbe ridisceso a terra. La fase 2, appunto.
Ed il povero Noè ha dovuto industriarsi per capire quando doveva uscire.
Prima il corvo che è andato e venuto più volte. Poi la colomba che ha spedito fuori per ben tre volte. E quando non è più tornata ha annunciato: “liberti tutti!”. Beh, non proprio, ma il messaggio deve essere stato di questo tenore.
Due morali: la fine a volte è meno certa dell’inizio. Bisogna avere lo sguardo della sentinella. O una colomba fra le mani.
Secondo: Dio ha lasciato Noè in balia ai suoi dubbi ed incertezze, alla sua capacità di decidere.
Bravo! Si cresce anche così. Anzi, si cresce proprio così. Dio ha voluto che dal diluvio venisse fuori un’umanità matura, autonoma.
Speriamo di uscirne fuori così anche noi, da questa quarantena.
Nell’attesa, che il nostro Primo Ministro guardi a Noè e si consoli: mal comune…

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